Il "disegnatore" senza preoccupazioni di legittimare se stesso come artista,  costruisce il suo linguaggio attraverso un'attenzione continua non solo al flusso aleatorio e costante delle immagini dei mass media, ma anche quanto dal passato risulta ormai sedimento nella grande biblioteca figurativa della cultura e che incide ancora strutturalmente per la definizione del senso del valore di ogni nuova produzione.

Una posizione di ricerca così indirizzata, che si ritrova peraltro in tutti i grandi disegnatori, è quella che permette di andare oltre i limiti tra pratica artistica "pura" e utilizzazione cosiddetta strumentale del linguaggio figurativo, arrivando nei casi migliori a veri contributi all'arte del nostro tempo.
Questa la direzione intrapresa da Pierluigi Capetta, senza miti d'artista in testa, ma in compenso con una curiosità e inquietudine intellettuale non così frequente.

tratto da un articolo di Francesco Poli







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